mercoledì 14 maggio 2008

SOSPENSIONE DEL BLOG

Vi rimando ai seguenti link:

http://www.gruppofamigliecristore.it/

http://www.lachiesa.it/

http://www.pastoralefamiliare.it/homepage.htm

venerdì 9 maggio 2008

omelia a cura della Comunità Missionaria Villaregia (giovani)

Abbiamo in questa pagina del Vangelo uno dei colloqui più belli di Gesù con i suoi discepoli, ma direi con l'uomo. Un colloquio intimo, personale. L'iniziativa ancora una volta è di Gesù: "Simone di Giovanni mi ami tu più di costoro?". Gesù si rivolge a Pietro non con il nome che lui gli aveva dato ponendolo a capo della Chiesa: "Pietro, su questa Pietra edificherò la mia chiesa". Lo chiama con il nome che Pietro aveva prima di incontrare Gesù: Simone di Giovanni. Come dicesse a Pietro: So chi sei, sei l'uomo fragile, l'uomo che ho incontrato un giorno sulla spiaggia, un pescatore, figlio dell'uomo fragile, figlio di una generazione di uomini fragili, peccatori... Ti conosco Pietro. Avevi promesso che avresti dato la tua vita per me, ma non hai saputo nemmeno restare mio discepolo e prima che il gallo cantasse mi hai rinnegato tre volte. Conosco la tua fragilità, Pietro e per questo ti chiedo ancora: "Mi ami tu più di costoro?". La risposta di Pietro è la risposta umile di colui che pur avendo tradito sa di desiderare più di tutto di amare il Signore: "Signore, tu lo sai che ti amo." E' come se Pietro dicesse: Signore, lo sai, farei qualsiasi cosa per te." Qui, in questo colloquio, Pietro riceve in modo definitivo la sua vocazione. Una vocazione che per tutti è prima di tutto una chiamata all'amore.
In questa domanda di Gesù mi sono sempre chiesta perché Gesù dice a Pietro: "Mi ami più di costoro?" Tradizionalmente si dice che Pietro doveva amarlo più di tutti proprio perché era posto a capo della Chiesa, a lui veniva infatti affidato il gregge di Gesù: l'umanità. Ma mi piace pensare che Gesù rivolge a ciascuno di noi questa domanda: "Emanuela, mi ami tu più di costoro?" E' una domanda che Gesù rivolge a ciascuno in modo personale, ci raggiunge nella profondità del nostro essere: non importa quanto gli altri amino Gesù, io sono disposta ad amarlo più di tutti gli altri? L'amore per essere vero e autentico è anzitutto personale, solo così potrà diventare universale. Solo se sappiamo amare Gesù al di sopra di tutto e di tutti, saremo in grado di amare gli altri nella loro verità e con purezza di cuore.

Venerdi 9

I santi di oggi:

San Pacomio Abate

Santi Trecentodieci martiri di Persia

San Dionigi di Vienne Vescovo

San Geronzio di Cervia Vescovo

San Giuseppe Do Quang Hien Martire

Sant' Erma di Roma

San Beato Eremita e apostolo della Svizzera

San Banban Sapiens


+ Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, quando si fu manifestato ai discepoli ed essi ebbero mangiato, Gesù disse a Simon Pietro: “Simone di Giovanni, mi ami tu più di costoro?”. Gli rispose: “Certo, Signore, tu lo sai che ti amo”. Gli disse: “Pasci i miei agnelli”.
Gli disse di nuovo: “Simone di Giovanni, mi ami?”. Gli rispose: “Certo, Signore, tu lo sai che ti amo”. Gli disse: “Pasci le mie pecorelle”.
Gli disse per la terza volta: “Simone di Giovanni, mi ami?”. Pietro rimase addolorato che per la terza volta gli dicesse: Mi ami?, e gli disse: “Signore, tu sai tutto; tu sai che ti amo”. Gli rispose Gesù: “Pasci le mie pecorelle. In verità, in verità ti dico: quando eri più giovane ti cingevi la veste da solo, e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio tenderai le tue mani, e un altro ti cingerà la veste e ti porterà dove tu non vuoi”.
Questo gli disse per indicare con quale morte egli avrebbe glorificato Dio. E detto questo aggiunse: “Seguimi”.

Parola del Signore

giovedì 8 maggio 2008

Omelia dell'eremo di San Biagio

Come vivere questa Parola?
Gesù ha dato agli apostoli la gloria ricevuta dal Padre chiamandoli alla sua sequela. Questa gloria è dunque Cristo stesso: la sua vita morte e risurrezione.
La gloria di Gesù non è trionfalismo ma movimento di servizio: splende nel sue essere docile al Padre e nel suo donarsi al mondo. Questa la sua vita!
Gli apostoli, e oggi la Chiesa, divengono 'luogo' della gloria nella misura in cui si fanno servi obbedienti e trasparenti all'Amore. Infatti la glorificazione di Gesù non è il successo apostolico dei discepoli, di noi, di ciascuno di noi, ma la loro, la nostra stessa esistenza. Un'esistenza radicata in Cristo: nel kathòs (= come) tra Lui e il Padre, cioè nel "siano uno come noi".
L'unione del Padre con Gesù è il modello e la fonte di ogni unità ed è il 'luogo' della glorificazione della Trinità e di ogni creatura che ne porta l'impronta. A questa unità siamo chiamati! Questa unità siamo chiamati a costruire!
"Io in loro e tu in me, perché siano perfetti nell'unità". È una unità che viene dall'alto "Io in loro e tu in me", la sua origine è gratuita e invisibile, ma ha uno scopo che richiede visibilità: "affinché credano". Invisibile l'origine ma visibili gli effetti. L'unità diventa allora amore diffusivo ed effusivo: generosità, empatia, amicizia, servizio, comunione, dono di sé, gioia e... gloria!

Oggi nel mio rientro al cuore pregherò lo Spirito Santo perché mi doni di entrare, misticamente, nel "siano uno come noi". E lì, nel cuore della Trinità, pregherò:

Vieni in me Gesù, col Padre nello Spirito Santo, perché la mia vita sia un umile e appassionato servizio all'unità.

La voce di un Padre apostolico
Dovete formare un solo coro, prendendo tutti la nota da Dio, concertando nella più stretta armonia, per inneggiare a una voce al Padre per mezzo di Gesù Cristo; egli vi ascolterà e riconoscerà, dalle vostre opere, che voi siete il canto del suo Figlio.
Ignazio di Antiochia

Giovedi 8

I santi di oggi:


Madonna del Rosario di Pompei

Sant' Arsenio

Sant' Elladio di Auxerre Vescovo

San Gibriano

Sant' Ida (Ita) Monaca a Nivelles

San Desiderato di Bourges Vescovo

San Metrone Venerato a Verona

San Martino di Saujon Abate

+ Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Gesù, alzati gli occhi al cielo, così pregò: “Non prego solo per questi, ma anche per quelli che per la loro parola crederanno in me; perché tutti siano una sola cosa. Come tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch’essi in noi una cosa sola, perché il mondo creda che tu mi hai mandato.
E la gloria che tu hai dato a me, io l’ho data a loro, perché siano come noi una cosa sola. Io in loro e tu in me, perché siano perfetti nell’unità e il mondo sappia che tu mi hai mandato e li hai amati come hai amato me.
Padre, voglio che anche quelli che mi hai dato, siano con me dove sono io, perché contemplino la mia gloria, quella che mi hai dato; poiché tu mi hai amato prima della creazione del mondo.
Padre giusto, il mondo non ti ha conosciuto, ma io ti ho conosciuto; questi sanno che tu mi hai mandato.
E io ho fatto conoscere loro il tuo nome e lo farò conoscere, perché l’amore con il quale mi hai amato sia in essi e io in loro”.

Parola del Signore

mercoledì 7 maggio 2008

Omelia a cura dei Monaci Benedettini Silvestrini

Ora la preghiera di Gesù per i discepoli prende in considerazione la situazione di questi nel mondo, dopo la sua definitiva partenza. "Padre santo, custodisci nel tuo nome, coloro che mi hai dato, perché siano una cosa sola come noi". Gesù avverte il bisogno di raccomandarli a lui in modo del tutto speciale, perché siano mantenuti in quella sfera divina che è stata loro prospettata da lui stesso. Tale implorazione è indirizzata al "Padre santo", attributo che esprime una vicinanza riconoscente e quindi rassicurante per loro. Gesù ha fatto tutto il possibile per mantenerli in questo clima di amore, tranne "il figlio della perdizione", ai quali poi ha trasmesso la parola del Padre, ma ora li vede minacciati dal mondo che li odia, perché non gli appartengono. Perciò la sua premura nei loro confronti giunge sino ad invocare la sua potenza, affinché "li custodisca dal maligno". Questa elezione dei discepoli, che equivale anche ad una separazione, è in vista della loro "consacrazione nella verità". Subito si precisa che tale verità è la parola del Padre, che Gesù ha fatto conoscere ai suoi. Anche Gesù ha "consacrato se stesso", facendosi obbediente al Padre sino a offrire la sua vita in sacrificio. Tale testimonianza sacrificale è ormai norma e modello anche per la santificazione dei discepoli. Questi, e fra di essi ci siamo noi, ricevono dal Padre l'iniziativa che li santifica, ma a questa santificazione debbono tendere, vedendo in Gesù l'esempio di obbedienza totale e di donazione piena. Come tu mi hai mandato, anch'io ho mandato loro, per questo consacro me stesso, perché siano anch'essi "consacrati nella verità".

Mercoledi 7

I santi di oggi:


Santa Flavia Domitilla Martire

Sant' Agostino di Nicomedia Martire

San Giovanni di Beverley Vescovo

San Maurelio Vescovo di Voghenza - Ferrara

San Cerenico (Cenerico) Diacono in Normandia

Sant' Agostino Roscelli

Santa Rosa Venerini

San Flavio di Nicomedia Martire

+ Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Gesù, alzati gli occhi al cielo, così pregò: “Padre santo, custodisci nel tuo nome coloro che mi hai dato, perché siano una cosa sola, come noi.
Quand’ero con loro, io conservavo nel tuo nome coloro che mi hai dato e li ho custoditi; nessuno di loro è andato perduto, tranne il figlio della perdizione, perché si adempisse la Scrittura. Ma ora io vengo a te e dico queste cose mentre sono ancora nel mondo, perché abbiano in se stessi la pienezza della mia gioia. Io ho dato a loro la tua parola e il mondo li ha odiati perché essi non sono del mondo, come io non sono del mondo.
Non chiedo che tu li tolga dal mondo, ma che li custodisca dal maligno. Essi non sono del mondo, come io non sono del mondo.
Consacrali nella verità. La tua parola è verità. Come tu mi hai mandato nel mondo, anch’io li ho mandati nel mondo; per loro io consacro me stesso, perché siano anch’essi consacrati nella verità”.

Parola del Signore